San Giovanni la Festa dell'Estate
SAN GIOVANNI LA FESTA DELL'ESTATE.
DAL 21 AL 24 GIUGNO
Ritorna ogni anno ad inizio estate nelle vie del centro storico della città di Cesena, la Festa del Santo Patrono, San Giovanni , che apre l'estate ed è uno degli appuntamenti più graditi dai cesenati e dai turisti.
Per Cesena è un momento di incontro, festa e l’occasione per fare qualche buon acquisto fra i tanti espositori che proporranno ogni genere di prodotto, nei giorni e nelle notti che ruotano attorno al 24 giugno, festa del Santo Patrono San Giovanni.
La Festa dell'Estate è il nuovo nome di questo evento, ispirato dalla tradizionale Fiera di San Giovanni, ma anche sotto questa nuova veste #festadellestate rimane una grande festa appunto, che coinvolge tutta la città ed un consolidato evento di commercio, intrattenimento, spettacoli, gastronomia, curiosità e cultura.
San Giovanni ha origine lontane, probabilmente pre-cristiane, volta a festeggiare il solstizio d’estate, momento di gaudio per la rinascita della Natura dopo l’inverno che un tempo si deificava nelle divinità pagane e regolava con i suoi ritmi tutte le attività umane. Col tempo si è poi sviluppata attorno al culto verso il Battista, titolare della Cattedrale almeno fin dal 1159, quindi da festa religiosa ha assunto sempre più caratteristiche commerciali, tanto che nel 1600 veniva anche detta“delle vase”, proprio per l’esposizione di vasellame in terracotta, produzione molto importante per la città, che si snodava lungo la contrada della Cattedrale (oggi Corso Mazzini e Corso Garibaldi).
TRADIZIONI E CREDENZE
Grazie alla particolare disposizione degli astri celesti le interpretazioni popolari anticamente vedevano la notte di San Giovanni (tra il 22 e il 24 giugno), la notte più corta dell’anno, come una sorta di “finestra” tra il mondo dei vivi e dei morti, rendendo particolarmente efficaci i riti magici e i presagi sul futuro.
Era dunque possibile vedere aggirarsi per il paese streghe e spiriti misteriosi, non concepiti però come presenze nemiche tanto che, se incontrati dai pochi coraggiosi che uscivano al buio, andavano semplicemente salutati con la cordiale formula “Ben sta l’inforcato”.
Sono numerosi i riti e le credenze popolari che questa notte ha portato con sé nel tempo, alimentati da un’ intensa atmosfera di magia ed occulto. Pare ad esempio che rotolarsi nudi sulle erbe bagnate della rugiada di quella notte protegga dalle malattie cutanee, o ancora che ventiquattro spighe di grano raccolte nella notte e custodite tutto l’anno servono come amuleto contro le sventure. Dolcissima una credenza caduta ormai in disuso riguarda le fanciulle in età da marito: bagnandosi di rugiada gli occhi, possono vedere il viso dell’uomo che sposeranno, almeno nei loro sogni. Ricordiamo poi l’usanza di trarre auspici dalla chiara d’uovo fresco che, fatta scivolare dentro un vaso riempito con l’acqua di sette pozzi e lasciata sul davanzale della finestra tutta la notte, è in grado di pronosticare il futuro a seconda della forma assunta.
Simboli della festa di San Giovanni, rimasti tutt’oggi nella tradizione della sagra, sono aglio (usato come antidoto contro il malocchio, streghe e vampiri) e la profumatissima lavanda, affiancati agli inizi dell’800 dal fischietto di zucchero rosso, di solito a forma di ochetta, il cui colore è determinato dal fatto che rappresentava un dolce omaggio per la “propria” amata.